
In casa RPM Pallacanestro Mendrisiotto il periodo estivo non ferma i lavori per preparare la prossima stagione.
Alcune novità sono già state annunciate, fra le quali il passaggio della squadra di 1LN sotto i colori della SAV Vacallo. Quelle più importanti per il Raggruppamento si sono però concretizzate in questi ultimi giorni grazie anche all’intenso lavoro del Comitato RPM e della sua Commissione Tecnica.
Prima novità è l’ufficialità dell’iscrizione della nostra Under 17 al campionato nazionale di categoria, che potrà così imprimere un importante salto di qualità lla formazione di tutto il nostro movimento cestistico.
A curare tecnicamente questo progetto di crescita ci sarà un volto conosciuto e di grande competenza che assumerà il ruolo di Responsabile Tecnico RPM, oltre che coach della squadra U17 nazionale e U15 2007: Cristiano Iannitti.
Per Cristiano non si tratta di una prima assoluta in terra momò. L’aprezzato tecnico italiano cominciò infatti proprio nel Mendrisiotto, nella SAV, il suo percorso tecnico che lo ha poi portato a ricoprire importanti ruoli federativi sia a livello cantonale che nazionale. Ottimi anche i risultati ottenuti a livello di club con la SAM Massagno, con la quale ha collaborato negli ultimi 7 anni.
Il suo arrivo in RPM è quindi motivo di orgoglio e stimolo. Abbiamo voluto incontrare Cristiano Ianniti per raccogliere le sue impressioni prima dell’inizio di questa nuova avventura.
Cristiano, dopo sette anni passati alla SAM, una delle società cantonali più blasonatre, cosa ti ha portato ad intraprendere questa nuova sfida con la Pallacanestro Mendrisiotto?
“La scelta di tornare alle origini, da dove tutto è partito, è stata dettata anche dal fatto che a Massagno si era concluso un ciclo. Un periodo molto bello, ricco di soddisfazioni sia a livello personale che socetario, con il club che è riuscito ogni anno ad imporsi a livello nazionale. Ho avuto anche la fortuna di poter lavorare con la serie A e approdare alle nazionali giovanili con le quali ho potuto disputare gli europei. Onestemente di più non si poteva chiedere e forse da qui è arrivata la voglia di ripartire e cercare nuovi stimoli provando a costruire qualcosa di nuovo in un progetto, come quello RPM, che mi è parso molto intrigante e dalle grosse potenzialità”.
Quali saranno quindi i tuoi principali obiettivi?
“Per la prima stagione l’obbiettivo principale sarà quello di gettare le basi per un programma di lavoro da sviluppare su più anni. Un movimento giovanile deve essere costruito con il tempo necessario, piantando i giusti semi e dando ai ragazzi la linfa ed i elementi necessari per poter cresere. Il primo anno lo vedo quindi come un anno di “transizione”, anche in considerazione del fatto che con la stagione successiva cambieranno le categorie passando dagli anni dispari a quelli pari. Sarà da lì che dovremo, dovrò visto che è il mio ruolo, dare un’impronta tecnica chiara e che si possa sviluppare bene sul lungo periodo”.
La U17 nazionale ?
“Sarà una bella prima esperienza per la Pallacanestro Mendrisiotto. L’idea è quella di far provare ai nostri ragazzi questa esperienza che, va detto, sarà molto intrigante quanto tosta. Sarà per loro un impatto molto diverso da quello di un campionato cantonale; ci vorrà molta calma e pazienza per assimiliare questo salto. Avremo comunque modo di lavorare parecchio con il gruppo durante tutta la stagione per preparare la squadra, tecnicamente, fisicamente e mentalemente al successivo salto nella Under18 che speriamo essere anch’essa una categoria con campionato nazionale”.
Se in questo momento avessi davanti i tuoi nuovi ragazzi, che non conoscono coach Ianniti, come ti presenteresti a loro?
“Una domanda interessante… Quando lavoro e pianifico una stagione, preparando il mio lavoro di allenatore, mi dedico anima e corpo facendolo con tanta dedizione, dando il 100% e anche di più. Questo mi porta, per fortuna o “sfortuna” dei ragazzi, ad essere molto esigente. Chiedo serietà, onestà, dedizione; pretendo che i ragazzi arrivino in palestra con la giusta concentrazione ed il giusto atteggiamento. Non mi piacciono gli alibi, a nessun livello, né tantomeno le scuse. Se un ragazzo è capace di organizzarsi e ha veramente voglia di fare qualcosa di importante, anche nella pallacanestro che secondo me è specchio della vita, può sempre trovare il modo e la strada. Ho ricevuto in questi giorni diversi messaggi da ragazzi allenati a Massagno che mi hanno toccato il cuore. So che con questo mio modo di lavorare ha lasciato a loro qualcosa di importante ma anche loro, con il loro atteggiamento, hanno lasciato in me ricordi indimenticabili.Se un ragazzo da il cuore lo capisco e lo aprezzo moltissimo e spero che anche lui possa vedere in me l’anima e la passione che metto in palestra ad ogni allenamento. Sul parquet non sono certamente un sergente di ferro ma un coach esigente che vuole costruire qualcosa con la testa, il corpo, l’applicazione ed un sano spirito di gruppo”.
Buon lavoro Cristiano e benvenuto, anzi ben tornato!